News in Italian - Talking with Italian Giulia Sergas about the Solheim Cup: "I would like to help the team to win the Solheim Cup!" “Voglio aiutare la squadra a vincere la Solheim Cup!” Giulia is now 7th in the 2013 LET Solheim Cup Points list, after Nocera(#6) and Hedwall (#5).
Giulia Sergas during Ladies Irish Open last year.
Giulia Sergas: “Voglio aiutare la squadra a vincere la Solheim Cup!”
Se c’è una cosa che non ha mai fatto difetto, in Giulia Sergas, è l’entusiasmo. Si butta a capofitto nelle sue scelte: che sia una discesa con lo snowboard o un volo in paracadute, la ricerca di un coach più affine al suo carattere o il trasloco in un Paese che offre maggiori possibilità professionali, anche se è oltreoceano – e questo vuol dire privarsi della confortante protezione degli affetti familiari e degli amici di sempre; Giulia è energia pura, e non smette di ricordare a se stessa che è una persona fortunata, perché fa la vita che desidera. “A casa tutti mi sostengono, e nessuno si è mai chiesto il perché di certe scelte”, confida. “Chi mi conosce sa che la sfida è la mia vita”.
Giulia è appassionato di sci.
Giulia ha 33 anni, tante mila miglia nel bagaglio, milioni di palline tirate sui percorsi di golf di tutto il mondo, una carriera amatoriale invidiabile, ottimi piazzamenti sia nel Ladies European Tour sia nel suo omologo statunitense, il Lpga; e ora, la possibilità concreta di partecipare alla Solheim Cup, seconda italiana dopo Diana Luna nel 2009, nella squadra delle 12 europee che affronterà le americane in casa loro, dal 16 al 18 agosto al Colorado Golf Club a Parker, in Colorado, e riconfermare il possesso del titolo.
È un viaggio lungo quello che ha portato Giulia dalla sua città, Trieste, ad avvicinarsi a un traguardo di così grande importanza golfistica. Partendo dal fondo, ci sono i cinque top ten nel 2013 (anche) grazie ai quali, al 29 giugno 2013, è al sesto posto nella classifica dei LET Solheim Points, e al 53° posto nel Rolex Rankings (la classifica mondiale). Tornando invece a quando tutto incominciò, troviamo una bimba di dieci anni che per la prima volta va con sua madre al Golf di Padriciano sopra Trieste a trovare il nonno, socio del club. “Mamma mi disse, ‘ma lo sai che qui gioca un ragazzino che è il più bravo di tutti?’. In realtà non era proprio così bravo, ma io ne rimasi molto colpita”, racconta Giulia. “Ricordo nitidamente di aver pensato, ‘anch’io un giorno voglio essere la migliore di tutti”.
La carriera amatoriale comprende la maglia azzurra della nazionale vestita per cinque anni durante i quali fa incetta di titoli, fra cui il più importante è quello di campionessa europea, nel 1998. I risultati la convincono a passare al professionismo nell’ottobre 1999; l’anno dopo vince il Bill Johnson Rookie of the Year Award, il premio assegnato alla migliore professionista esordiente nel Ladies European Tour. Nel 2002 tenta la carta americana, e viene ammessa: da allora, la sua vita è divisa tra Europa e Stati Uniti, tra soddisfazioni e qualche errore da non ripetere: “Non avrei mai dovuto impedire ai miei genitori di seguirmi i primi anni nel Lpga Tour; avevo bisogno di un appoggio e invece ho voluto imparare e sbagliare tutto da sola, perdendo tempo ed energie”. Del Ladies European Tour, rimpiange “la possibilità di contare sulla presenza di un coach della Nazionale: le ragazze sono seguite in tutte le gare, io in nessuna... ed è una cosa che mi pesa, purtroppo”.
“Vivo in Arizona, non lontano dal confine con la California”, spiega, “deserto, catctus, sole e… tanti campi da golf!”. I buoni risultati di questi ultimi tempi la elettrizzano: “L'inizio dell'anno è stato pieno di sorprese, non pensavo proprio di fare così tanti bei piazzamenti. Perché durante l'inverno ho cambiato completamente la mia solita routine degli anni scorsi – ho passato due mesi in montagna a Cortina d’Ampezzo, senza neanche toccare un bastone – e una volta tornata in gara non avevo alcuna aspettativa, volevo solo divertirmi e giocare”. È la filosofia che sta dando i suoi frutti imparata lavorando con le due coach di Vision54 (www.vision54.com), la scuola della svedese Pia Nilsson e di Lynn Marriott, che unisce insegnamenti sul lato tecnico del golf a quello mentale ed emotivo, per far esprimere al massimo il potenziale di ogni giocatore. “Hanno un metodo all'avanguardia e mi trovo benissimo; e poi c’è Massimo Scarpa, il coach della nazionale italiana: mi fido ciecamente del suo giudizio sul mio swing; ma la cosa che mi piace di più del mio rapporto con lui è discutere la tattica di gioco e come affrontare diversi tipi di colpi e di terreno”. Ad aiutare Giulia c’è anche la serenità interiore: “Mi do un bel 10 come voto in questa materia… e se certe mattine è 9, allora lavoro subito per raggiungere la lode di nuovo!”.
Giulia forse non riuscirà a partecipare all’ISPS Handa Ladies European Masters, il penultimo torneo prima della formazione della squadra, ma la vedremo in campo sull’Old Course di St Andrews per il Ricoh’ Women’s British Open, dall’1 al 4 agosto, quando saranno annunciate le 12 prescelte – otto secondo qualifica, e quattro selezionate dalla capitana Liselotte Neumann. “Alla Solheim Cup vorrei esserci, certo; ma non per il fatto in sé di entrare nel team, la cosa a cui tengo di più è giocare bene, per poter aiutare la squadra a vincere. Se farò parte del team, sarà una conseguenza del mio bel gioco”. E Giulia potrebbe essere un ottimo asso nella manica per Liselotte, perché il match play le piace moltissimo. “Conosco bene Lotta, è una donna che stimo molto, rispettosa e con moltissima competenza. Siamo amiche di lunga data, sin dai tempi in cui giocava nel tour – e questo mi ricorda che sono al mio dodicesimo anno nel LPGA!”.
Con la maturità dell’esperienza, Giulia ora vuole dare il suo contributo alla crescita del golf femminile italiano dilettantistico. E lo fa con un’iniziativa davvero bella, la scolarship “Giulia’s Little Sister”: che consiste, per Angelica Moresco – ovvero la vincitrice del Campionato nazionale Ragazze-Trofeo Marazza giocato al Villa Condulmer (Tv) poche settimane fa – nella possibilità di allenarsi con Giulia, vestire (al di fuori delle gare nazionali) i suoi sponsor, essere invitata ai tre eventi ‘Audi In City Golf’ di cui Giulia è madrina; ma soprattutto, di seguirla come sua ospite dentro le corde nell’Evian Championship durante i giri di prova (10-11 settembre). “Ero in Malesia a cena con Karrie Webb”, spiega Giulia, “e lei mi raccontava delle sue iniziative per i più giovani in Australia; questo mi ha fatto riflettere su cosa io avrei potuto fare per le piccole golfiste italiane. Ho pensato che sarebbe stato utile creare un ponte tra le due realtà, fra amateur e pro. Con Angelica, la mia ‘little sister’, ci siamo già scambiate diverse email ed è entusiasta di venire con me a Evian. Credo che non sappia di nient'altro, il resto sarà tutto una sorpresa, anche le sessioni di pratica con me: giocheremo assieme quando possibile, e avrà un libro autografato personalmente dalle mie coach di Vision54, insieme al mio aiuto a crescere col suo golf”.
Ma Giulia non si ferma qui: “Altri progetti futuri? Diventare ambasciatrice del golf indoor! Assieme alla Brilliant8 (www.brilliant8.com) voglio promuovere il golf su superfici artificiali: meno costi, zero manutenzione, gioco al coperto quando fuori nevica… così un pro non sarà più costretto ad andare a vivere al caldo per allenarsi; soprattutto se, come me, è appassionato di sci!”.
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